Tattoo

Il tatuaggio è un’invenzione che risale a migliaia di anni fa. La sua origine risale intorno al 5000 a.C., al tempo in cui i giapponesi ornavano le statuette di argilla con incisioni simili a tatuaggi. Inoltre anche la cultura Polinesiana e Maori in tema di tatuaggi ci ha regalato molto, per questo tutt’ora sono tra i tatuaggi più ricercati e visti in tutto il mondo. Sin dalle origini il tatuaggio per la cultura maori non era un marchio distintivo ma un rito necessario. I tatuaggi sono stati scoperti in tutti gli angoli del mondo, dalle mummie con ornamenti elaborati dell’antico Egitto ai marinai europei che collezionavano tatuaggi per ricordo lungo le estenuanti traversate del Mare del Sud.

 Alla fine degli anni Settanta molti illustri designer hanno cominciato a inserire segni simili a tatuaggi nelle loro collezioni. Dalla maglia semitrasparente ispirata ai tatuaggi di Martin Margiela alla collezione Les Tatouages di Jean Paul Gaultier. I tatuaggi non erano più nascosti sotto gli abiti; ora li impreziosivano con orgoglio.

Ma come si fa un tatuaggio?  Arrivando ai giorni nostri il tatuaggio moderno occidentale viene fatto con dei pigmenti colorati iniettati sotto la pelle con speciali strumenti. Vengono coinvolti i primi strati dell’epidermide per cui non si arriva nella parte più profonda della cute, dove si trova il tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni. Di solito il tatuatore possiede un’apparecchiatura manuale con degli aghi che, pungendo ripetutamente, iniettano minuscole gocce di inchiostro sottopelle. Per la rimozione dei tatuaggi sono necessari interventi di tipo chirurgico (microdermoabrasione) o terapia laser.